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"Mariti stupidi e mogli terribili" - 15 ottobre 2003


C’era una volta una donna che litigava con un’altra come fanno ogni tanto le donne, e non avendo altro da dire cominciarono a discutere sui loro mariti, su quale dei due fosse il più stupido. Più parlavano e più si infuriavano; alla fine stavano per prendersi per i capelli, perché si sa bene che «è più facile per l’ira andare avanti che indietro, e che è un guaio quando manca il buon senso». Non c’era niente che non potesse far credere a suo marito, dichiarò la prima, bastava che lo dicesse lei, perché quello era credulone come i troll, e l’altra replicò subito che non c’era stupidaggine che non riuscisse a far fare a suo marito, bastava che lo dicesse lei, perché lui era di quelli che da soli non sanno cavare un ragno dal buco.
- Vediamo un po' allora chi di noi prenderà più in giro il proprio marito, così sarà chiaro chi è il più stupido, - dissero, e su questo si misero d'accordo.
Quando il marito tornò a casa dal bosco, la prima delle due esclamò: - Dio ti aiuti! È proprio un guaio, sei certo malato, se non già moribondo.
- Ho solo bisogno di mangiare e di bere, - disse l'uomo.
- Dio mi aiuti! - gridò la donna, - è sempre peggio, a guardarti sembri quasi un cadavere. Devi metterti a letto! Così non può durare a lungo!
E continuò così fino a che riuscì a convincere il marito di esser in punto di morte; lo fece coricare, gli fece giungere le mani, chiudere gli occhi e poi lo sistemò, lo stese sulla paglia e lo mise nella cassa; per non farlo morire soffocato lì dentro però aveva aperto qualche buco nelle assi, così quello poteva respirare e guardar fuori.
L'altra donna prese due scardassi e si mise a scardassare, ma senza lana. Tornando a casa, il marito vide quella pantomima.
- Serve poco la rocca senza lana, ma scardassare senza lana è da donna ben balzana, - disse il marito.
- Senza lana? - replicò la moglie, - ma io la lana ce l'ho; tu non la vedi perché è di una qualità molto fina, - spiegò poi.
Dopo avere scardassato un bel po' tirò fuori la rocca e cominciò a filare.
- Questa è grossa, - esclamò il marito, - eccoti lì seduta a far ronzar la rocca e rovinarla, con niente sopra!
- Niente sopra? - chiese la donna, - il filo è così sottile che per vederlo ci vogliono ben altri occhi, - concluse.
Quando ebbe finito di filare avvolse il filo, preparò il telaio, distese il filo tra i rulli, lo passò su e giù e tessé la tela. Poi la tolse dal telaio, la pressò, la tagliò e ci fece dei vestiti per il marito; una volta pronti li appese nel solaio sopra la dispensa. Il marito non riusciva a vedere né la stoffa né i vestiti, ma oramai si era convinto che si trattava di cose tanto fini che lui non le poteva vedere, e perciò disse: - Sì, sì, per essere fini, sono fini davvero.
Venne poi il giorno che la moglie gli disse: - Oggi devi andare a un banchetto funebre, sotterrano quello della fattoria del nord, tu dovrai metterti i vestiti nuovi -. Il marito andò dunque al banchetto funebre, e la moglie lo aiutò a mettersi i vestiti, perché erano così fini che lui avrebbe potuto romperli se avesse fatto da solo.
Quando arrivò su alla fattoria avevano già bevuto un bel po’, e la tristezza non crebbe davvero quando lo videro con i suoi nuovi vestiti della festa, possiamo bene immaginarcelo. Ma mentre portavano al cimitero il morto, quello guardò attraverso i buchi fatti perché respirasse, e scoppiò in una risata: - Ma guarda! Adesso sì che devo schiattare dal ridere, - esclamò, - guarda, non è Ole della fattoria del sud che se ne va nudo e crudo dietro al mio funerale?
A sentir questo, la gente del corteo non mise tempo in mezzo ad aprire la cassa, e il marito che aveva i vestiti nuovi della festa chiese come mai l’altro parlasse e ridesse sdraiato lì dentro, mentre loro avevano celebrato in suo onore il banchetto funebre: sarebbe stato meglio se avesse pianto. – Il pianto non tira fuori nessuno dalla tomba, - rispose l’altro.
Parla parla, saltò fuori che erano state le mogli a combinare tutta quella faccenda. Allora i mariti andarono a casa e fecero la cosa più intelligente che avessero mai fatta in vita loro, e se c’è qualcuno che vuole sapere cosa fecero lo chieda pure alla verga di betulla.


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Indice

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"Ceneraccio che riuscì a farsi dare del bugiardo dalla principessa"
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"L'onesta monetina da quattro soldi"
10 apr '06


"Ceneraccio che rubò le anatre d'argento del troll"
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"Mariti stupidi e mogli terribili"
15 ott '03


"Ceneraccio e i suoi bravi aiutanti"
2 lug '03


"La ricompensa del mondo"
22 mag '03


"Va sempre bene a quelli che piacciono alle donne"
26 nov '02


"Il marito che doveva badare alla casa"
11 ott '02


"Volpe Rossa e Ceneraccio"
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