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06 Giugno 2005
Nella fossa dei leoni
Fonte : ELLE (giugno 2005)
Se sei una piccola ragazza tra uomini più grandi di te, devi usare un po' di astuzia. Questo ha imparato Lene Marlin

- Avevo una paura matta che potesse andare su tutte le furie.

Lene Marlin Pedersen aveva compiuto ventiquattro anni, viveva a Oslo da più di quattro anni, avva venduto più di due milioni di dischi, ma ora sembrava come tornare di nuovo una dilettante. Riconobbe la sensazione. Inquietudine. Orgoglio. Paura. Entusiasmo. Si era alzata presto, aveva bevuto una grande tazza di caffè, e adesso era in arrivo presso gli uffici della EMI Music in Stortorget dal suo appartamento in Frogner. Camminava veloce, poi rallentò il passo. Stava per incontrarsi con il direttore Per Eirik Johansen, e Johansen non poteva immaginare cosa c'era in serbo per lui. Probabilmente immaginava che Lene fosse nel bel mezzo di un meritato anno sabbatico. Un meritato anno di pausa dopo l pubblicazione di un difficile secondo album, e il successivo tour. Questo Lene immaginava. Che Johansen sperasse che nel 2005 lei iniziasse a pensare alla realizzazione di un nuovo album. Eravamo a gennaio, e Lene Marlin aveva fatto molto di più che 'pensare' alla realizzazione di un nuovo album. Nella sua borsetta c'era un compact disc. Aveva agito alle spalle del direttore EMI Johansen. Di norma, lui avrebbe sentito le canzoni passo dopo passo durante la realizzazione. Avrebbe fornito il suo feedback e i suoi suggerimenti in merito. Ma Lene abbandonò le sedute d'ascolto, gli incontri strategici, le discussioni su chi dovesse produrre l'album, chi girare il video, chi scattare le foto promozionali, in che Paese registrarlo. Lene contattò, sic et simpliciter, alcune sue vecchie conoscenze del team di produzione StarGate di Trondheim, e lì si recò.

- Avrei dovuto filmare tutto, oh mio Dio, avreste dovuto vedere la sua faccia! Salii le scale, entrai nel suo ufficio, e misi il CD nello stereo. Partì una canzone. Lui mi guardò. Ne partì un'altra, poi un'altra, poi un'altra... Il suo sguardo era sempre più esterrefatto. Io non dicevo una parola, lui non diceva una parola. Forse pensava che avrei interrotto di tanto in tanto per commentare, ma le canzoni andarono avanti, una dopo l'altra, complete, finite, pronte per essere pubblicate, con almeno due anni di anticipo. "Ecco qua!" dissi alla fine.

- E lui cosa disse?

- Heh, questo è strano, dice Lene Marlin, con un sorriso luminoso sul volto.

- Non era irritato, affatto. Disse solo: "Oddio, Lene! Non potevi fare cosa migliore!". Avevo appena fatto fuori in un colpo solo ogni possibilità per la casa discografica di influenzare il risultato, ma lui era contento, molto contento lo stesso. E lo ero anch'io. Disse che dovevamo festeggiare, e celebrammo con una cena a base di pesce e vino bianco.

Lene Marlin sorride pensierosa. Sono passati quattro mesi da quella piovosa serata al ristorante Mares in Frognerveien, mentre noi ci troviamo in un appartamento a Grünerløkka in Oslo. Non a casa di Lene, ma nell'appartamento di una dei dipendenti della EMI. Johansen e la casa discorgafica hanno recuperato il controllo sulla carriera di Lene Marlin per un breve periodo di tempo, e adesso la dipendente è seduta a un tavolo a pochi metri da noi, impegnata a lavorare al computer. Ci ha portato della frutta e un caffè appena fatto, e ragguaglia Lene su alcuni degli appuntamenti futuri: che venerdì c'è Skavlan, lunedì il singolo esce in radio, e che questa estate il disco uscirà qui e lì. Lene scrolla le spalle, e dice OK. E' di una cordialità particolare. Suona alcune delle canzoni del suo nuovo album. La prima si intitola My Lucky Day. Poi parte Hope You're Happy, e sebbene sia molto in stile Lene Marlin, non c'è dubbio che di fortuna e di felicità ve ne siano state in misura maggiore rispetto alla scorsa esperienza. Questa è la prima volta che qualcuno al di fuori dell'azienda e della più stretta cerchia di Lene sente questi brani, e Lene non riesce a stare seduta. Si alza in piedi, poi si siede di nuovo. Tiene il tempo con precisione battendo la mano sul ginocchio.

- Ci sono stati così tanti segreti e silenzi, dice, e ora va a finire che diventa stranissimo suonarle per altri. Era quello a cui volevo arrivare, ma...

Lene Marlin si rigira nella sedia, intraversando un sorriso incerto. Non è fatta per questo tipo di cose. Non per le interviste e i lanci. Non per l'isteria del pubblico. I produttori che hanno lavorato con lei ne parlano come di un talento senza pari. Lene Marlin scrive canzoni pop con una facilità e una naturalezza a dir poco sconcertanti. Nessuna ricetta, nessun manuale. Nessun genio o sregolatezza. Solo una ragazza di Tromsdalen che entra in studio con alcune canzoni che ha scritto a casa, si direbbe. Ed eccola dunque che arriva, canta, scrive qualche nuova canzone, canta di nuovo, poi va via. E' nel punto d'incontro con il resto del mondo che le cose si fanno più complicate. Con chi è interessato poco alla musica. Con chi vuole continuare a parlare della depressione che ha vissuto. Con chi continua a chiederle di cosa parlano le sue canzoni. Con chi continua a chiederle se è fidanzata. Con chi si apposta a fare foto della casa in cui vive.

- Perché registrare un album in tutta segretezza?

- E' successo. Non era programmato, all'improvviso mi sono accorta che questa era la strada da seguire.

- Cosa è sucesso?

Lene Marlin si ferma qualche secondo prima di rispondere. Annaspa, incerta. Abbassa lo sguardo nel risvolto del vestito.

- Non è facile rispondere a questo, dice.

- Ero in viaggio. Un giorno, all'improvviso mi arriva la notizia che una ragazza della EMI era morta. Questa persona era una di quelle con cui avevo lavorato più a stretto contatto, ed era una mia cara amica... Essere un'artista è davvero strano. Entri talmente in contatto con le persone con cui lavori, condividi gli alti e i bassi, ed è tutto caotico, imprevedibile, intenso, e non lo si può spiegare a quelli che ne stanno fuori. Quando lei morì, mi apparve chiaro ciò che è importante nella vita. E pensai: Ora devo fare quello che devo fare. Niente telefonate a direttori discografici, niente demo, niente selezione dei produttori. Soltanto musica. Che c'è di male?

Pochi giorni dopo Lene era a Trondheim con le sue canzoni. Iniziò subito a registrarle, e tempo alcune settimane, l'album era pronto, finito. C'era un che di primigenio in tutto ciò. Se col disco precedente aveva maturato dieci anni di esperienza, con questo album Lene ha recuperato dieci anni di spontaneità. Nessuno sapeva niente. Mai una volta è passato per la testa a Lene che cosa avrebbe pensato il pubblico, o quanto i nuovi brani avrebebro venduto. Mai una volta Lene ha temuto di deludere qualcuno.

- Che bello! Così spontaneo! Soltanto un flusso di canzoni. "Ne ho un'altra", gridavo ai ragazzi, "E un'altra!". Non c'era traccia del trambusto che non mi aveva fatto apprezzare al meglio tutto quanto la volta scorsa. Niente incontri. Niente telefonate. Niente esibizioni. E' stato quasi come tornare in camera mia a Tromsø, quando a nessuno fregava un accidente, perchè nessuno sapeva chi ero, o cosa facevo.

Quella selezione di canzoni dalla stanza della ragazza risultò come è noto in premi MTV, HitAwards, nonché in una collettiva isteria mediatica presso i fan di tutto il mondo, e due milioni di dischi venduti. Già quando superò le diecimila copie, Lene capì che avrebbe avuto dei problemi. Quando superò le centomila, fu il panico. Ora non più, così crede. Ora non più.

- Seicentomila copie! dice Lene Marlin.

- Questo è quanto ha venduto il secondo disco. Seicentomila. E lo chiamano un flop... Hai idea di quanti siano? Seicentomila persone che entrano nel negozio e dicono di volere il nuovo album di Lene Marlin. Io direi che sono un sacco! E per questo dovrei avere dei sensi di colpa? Ho sempre saputo che il secondo album avrebbe venduto di meno. Che sarebbe stato per forza più cupo, più difficile. Non poteva non essere così. Ero cresciuta, ne avevo passate davvero tante, e ce n'erano di cose da buttare fuori. Dovevo muovermi così, è stata la mia terapia. Però, ecco che a volte si facevano sentire... i sensi di colpa.

- Perché?

- Perché su di me campeggiavano tante attese. Nessuno, e dico nessuno, era neanche lontanamente preparato all'idea che vendesi due milioni di dischi al mio debutto. E' stato fuori da ogni schema, e l'atmosfera un po' estatica. Non capivamo cosa stesse succdedendo, andavamo avanti così, finché le funi ci sorreggevano, e quando lì cominciai a dire basta, quando cancellai gli appuntamenti perché sentivo di non avere più nulla da dare, lì mi presero i sensi di colpa.

Lene Marlin tira il fiato e gurda fuori dalla finestra.

- E se la vita mi ha insegnato qualcosa, anche se ho solo 24 anni, è: Non sentirti in colpa se non ti senti all'altezza delle attese degli altri. E ancora: non dire sì quando intendi no.

Lene suona una canzone nuova. Fuori, ragazzini passano sotto la finestra sui marciapiedi di Grünerløkka, ignari che quelle siano le note del nuovo singolo di Lene Marlin. Quello che sarà il successo di quest'estate. L'esempio della nuova, affabile, rivitalizzata Lene Marlin. La casa discografica dice che Lene adesso è ottimista, energica, persino 'glamour'. Magari non ci crederete, ma questo è il caso: in un paio di scatti tra le nuove foto promozionali, Lene appare in gonna!

Lene ride e conferma, l'hanno convinta a mettere una gonna. Per la prima volta nella sua carriera, indossa una gonna. E non ci sarebbe molto altro da aggiungere, se Dublino non fosse così fredda e ventosa, e ci potesse volere chissà quanto per il prossimo scatto.

- Che io sia diventata 'glamour' direi che un po' esagerato, dice Lene Marlin.

- La EMI può dire quello che vuole. Non riesco ad abituarmi a certe etichette. Io sono me stessa.

Lene Marlin gesticola senza sosta. E' come se stesse scacciando tutte le ansie e paure con piccoli gesti.

- Adesso tutto viene fatto senza fretta, dice.

- Il disco è pronto, le foto sono state scattate, il video è stato girato. Non ho idea di dove sarò per la promozione. Non so se avrò tempo per riposare questa estate, ma non mi interessa. Sono calma e tranquilla. Chiunque potrebbe uscire di qua e venire arrotato da un autobus, ma non sono in quest'ordine di pensieri ora come ora.

- Ora ho soltanto uno sciame impazzito di farfalle nello stomaco...


Trascritto da Tef Johs
Traduzione in italiano a cura dello staff di Lene.it

Lene.it e lene-marlin.no ringraziano il reporter Joachim Førsund di Elle per un'altra straordinaria intervista con Lene - replicando lo storico articolo "Fanciulla scottata" dell'ottobre 2003.

 
 


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