|
28 Giugno 2005 |
|
"Lost in a moment": tornano le sognanti atmosfere di Lene Marlin |
Fonte : Panorama.it |
di ROBERTO CARMINATI
Applauditissima nelle prime brevi esibizioni dal vivo in Italia, il suo terzo album sembra viaggiare sulla falsariga dei precedenti, sia nel bene che nel male
Disponibile nei negozi e nei megastore musicali virtuali, Lost in a moment è il terzo compact disc firmato dalla 25enne Lene Marlin (all'anagrafe Pedersen) dopo i bestseller Playing my game, datato al 1999, e Another day
(2003). Un lavoro che l'agiografia della bionda norvegese vuole
composto in totale segreto e lontano persino dalle pressioni della casa
discografica di riferimento (Emi), ma che è stato affidato in sede di
produzione a uno dei migliori team sulla piazza, quegli StarGate Studio che fra i propri clienti annoverano frequentatori abituali delle top ten quali Atomic Kitten, Blue, Eve e Destiny's Child.
Supervisione
tecnica a parte, l'ultima fatica di Lene - già applauditissima nel
corso delle prime brevi esibizioni dal vivo nel nostro paese fra Viterbo, Roma e Genova -
sembra viaggiare sulla stessa falsariga delle precedenti uscite e
conservarne i registri morbidi e sognanti, insieme ad arrangiamenti che
all'elettronica concedono ben poco. I frequenti break acustici
costituiscono invece uno dei registri dominanti dell'intero disco: sono
eseguite in prevalenza col solo supporto di una chitarra folk canzoni
come Hope you're happy e When you were around, ed è sempre la sei corde di Lene a ispirare e trainare sia il singolo How would it be (schizzato
in testa alle classifiche scandinave e in netta rimonta nel nostro
paese) sia quelli che ci appaiono fra i momenti più interessanti e
godibili dell'opera, What if, All I can say, Eyes closed.
In Never to know fa capolino il violoncello di Anne Britt Saevik Ardal,
in netto contrasto con un tappeto ritmico di percussioni campionate,
mentre alla composizione forse più aggressiva e tagliente dell'album, My lucky day, è riservato il difficile compito di aprire la strada alle undici tracce targate firmate dall'artista scandinava. Complessivamente, Lost in a moment non fa che confermare i pregi e i difetti che Lene Marlin aveva già evidenziato nelle fatiche d'esordio. Alle linee melodiche godibili e alla raffinatezza compositiva d'insieme fanno infatti da contraltare (ancora) una certa ingenuità nella stesura dei testi e l'assenza sostanziale di variazioni su un tema già sentito. Praticamente perfetto dal punto di vista tecnico, il Cd risente spesso di una certa freddezza,
forse connaturata all'esecutrice stessa. Un acquisto sicuro per i fan,
dunque, mentre resta in dubbio la capacità di attrazione presso un
pubblico più vasto. Ancora non confermate, peraltro, le voci su una
imminente tournée promozionale, auspicata in alcuni colloqui con la
stampa dalla stessa vocalist e chitarrista.
|
|
|
|
|
|